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Italian Wedding Industry indice un tavolo interistituzionale per salvare la filiera: “Mai più ATECO dimenticati, si riconosca la filiera

BARBARA MIRABELLA

COMUNICATO STAMPA
Italian Wedding Industry indice un tavolo interistituzionale per salvare la filiera: “Mai più ATECO dimenticati, si riconosca la filiera”
Questo pomeriggio un incontro inclusivo, indetto da IWI, con i rappresentanti di tutte le associazioni di categoria in rappresentanza
della wedding e event industry, per redigere un documento unico e condiviso da sottoporre, partendo dalla Sicilia, ai governi
regionali, dopo la drammatica crisi economica che ha colpito l’intero comparto
Un tavolo interistituzionale che coinvolgerà, in maniera inclusiva, tutti i rappresentanti della filiera wedding ed eventi nazionale,
promosso dal movimento spontaneo Italian Wedding Industry, con l’obiettivo di redigere un documento ufficiale, contente tutte le
possibili azioni di ristoro da richiedere al Governo regionale, si svolgerà questo pomeriggio a partire dalle 15:30 sulla piattaforma di
Italian Wedding Industry al link https://www.gotomeet.me/italianweddingindustry/new-meeting
Un incontro molto atteso, che arriva a corollario di dieci mesi incessanti di lavoro a difesa del comparto da parte di IWI, nei confronti
del Governo centrale, che, grazie all’impegno costante degli imprenditori Umberto Sciacca, Luca Damiani e all’esperta Barbara
Mirabella, è riuscito a coinvolgere attivamente oltre 4000 operatori a livello nazionale, ad oggi “i più svantaggiati nel sistema
produttivo dell’intero Paese, durante la pandemia da Covid-19”.
Sara Barbara Mirabella ad aprire i lavori: Interverranno Antonello Biriaco, vice presidente Assoeventi-Confindustria; Francesco
Sciacca, presidente A.F.P.S. Associazione fotografi e professionisti siciliani; Gianluca Manenti, Vice presidente vicario Confcommercio
– Imprese Italia – Sicilia; Pietro Giglione, segretario regionale Cna Sicilia; Rosario Alfino, presidente nazionale Federfiori
Confcommercio; Seby Sorbello, delegato catering & banqueting Sicilia; Serena Ranieri, presidente Federmep; Silvia Tosto, presidente
SI.WE.PA Sicilian Wedding Planners Assosiation; Vittorio Messina, Presidente Confesercenti Sicilia e presidente nazionale
Assoturismo.
“Siamo attivi da marzo per cercare di tutelare i diritti dei lavoratori del settore – dichiarano Mirabella, Sciacca e Damiani -. Dopo quasi
un anno di istanze completamente ignorate, mentre centinaia di imprenditori, insieme ai propri dipendenti, non possono più fare
altro che raccogliere i cocci causati da uno tsunami economico devastante, noi di IWI, continuiamo a rimboccarci le maniche e a
credere che un lavoro sinergico e inclusivo possa valorizzare, ma soprattutto confermare la credibilità dell’intera filiera. Questo
“tavolo” ha una importanza strategica per il futuro del wedding e la event industry, in quanto abbiamo invitato tutte le associazioni
datoriali e di categoria, per avanzare delle proposte concrete da sottoporre al Governo regionale. La commissione interistituzionale
parte dalla Sicilia, perché il presidente Nello Musumeci, ha, da sempre, mostrato sensibilità nei confronti del nostro comparto e dal
quale auspichiamo il riconoscimento della filiera. Un vero e proprio brand, quello della wedding event industry, che ha da sempre
prodotto anche incoming turistico, per questo il “tavolo” sarà replicato in tutte le regioni. Ci impegneremo a sciogliere il grande
groviglio creato dagli innumerevoli Dpcm, ma soprattutto dai fallimentari Ristori che, non solo hanno completamente dimenticato
alcuni codici Ateco, ma hanno anche sottovalutato il fondamentale indotto che la filiera rappresenta per l’economia italiana”.
Una riunione per scrivere, nero su bianco, tutte le richieste e rappresentare le esigenze di un settore che si muove grazie
all’impegno del movimento no profit Italian Wedding Industry, finalmente compatto.
“Strumenti come la defiscalizzazione e il credito di imposta vanno bene in tempi di crisi moderata – dichiara IWI – ma, davanti allo
schiaffo economico che le nostre imprese stanno subendo, c’è bisogno di molto di più: finanziamenti a fondo perduto sulla base del
fatturato dello scorso anno e non solo di un trimestre, l’annullamento per un anno dei contributi sugli stipendi dei dipendenti che,
finita la cassa integrazione, dovranno tornare a lavoro. Misure a sostegno dei titoli che, nei mesi di chiusura, non sono stati pagati.
Consentire la massima celerità ai procedimenti così da erogare i contributi entro dicembre – aggiungono e concludono -.Misure a
sostegno degli affitti, mutui e leasing che le aziende non sono state in grado di pagare in questi mesi di chiusura e non la sola sospensione.